“AGRICOLTURA E TERRITORIO, RISORSE INDISPENSABILI PER LA CRESCITA DELLA PUGLIA E DEL MEZZOGIORNO”

“AGRICOLTURA E TERRITORIO, RISORSE INDISPENSABILI PER LA CRESCITA DELLA PUGLIA E DEL MEZZOGIORNO”

Sintesi dell’ introduzione del Presidente Cia Puglia Antonio Barile  al convegno  della Fiera del Levante

“Noi non facciamo una difesa corporativa dell’agricoltura. Per noi difendere l’agricoltura significa difendere il territorio, per il benessere dell’intera società.
Dobbiamo riflettere su un fenomeno mondiale chiamato land grapping, cioè la razzia delle terre coltivabili in Africa ma anche in Europa (in Bulgaria e Romania) da parte delle multinazionali occidentali e delle potenze economiche planetarie come Cina, India, Corea del Sud, Arabia Saudita, Qatar. Un fenomeno che, insieme alla cementificazione selvaggia colpevole di aver sottratto nel nostro Paese in quarant’anni 5,1 milioni di ettari, ci dice con chiarezza che oggi il territorio agricolo è ancor più strategico per la sicurezza alimentare. L’Italia è il terzo Paese nell’Unione Europea per deficit di suolo agricolo e il quinto su scala mondiale. L’Italia ha un deficit di suolo agricolo più del doppio degli ettari disponibili. Per coprire i consumi della propria popolazione in termini di cibo l’Italia avrebbe bisogno di almeno 30 milioni di ettari di SAU, mentre quella attuale supera appena i 12 milioni di ettari. Ciò significa che, per soddisfare il fabbisogno della propria popo
lazione, l’Italia attinge dalla produzione dei terreni agricoli di altri Paesi ponendosi in una condizione di profonda dipendenza dalle dinamiche economiche, demografiche, sociali e geopolitiche dei Paesi di approvvigionamento.
Si prevede che l’incremento demografico su scala globale, la crescita del potere di acquisto di Paesi estremamente popolosi quali la Cina e l’India e il passaggio da un’economia basata sui combustibili fossili ad altre forme energetiche eserciteranno una pressione sempre maggiore sui terreni agricoli. Si stima che nel 2050 la domanda di prodotti agricoli crescerà del 70%  mettendo sotto pressione i sistemi ambientali e agro-alimentari e incrementando il pericolo della scarsità. Perciò è inderogabile la limitazione della perdita di terreno agricolo che può essere compiuta con la convenienza dell’uso agricolo dei suoli e quindi con la crescita dei redditi agricoli.

Oggi annunciamo con soddisfazione che la petizione della Cia Puglia sugli alchil eseri è diventato il contenuto di una legge dello Stato. Devo dare atto al ministro all’agricoltura Catania che nel cosiddetto decreto sviluppo di agosto ha inserito all’art. 43 quello che avevamo chiesto nei limiti delle competenze nazionali. Il Decreto prevede controlli obbligatori nel caso di superamento del parametro 30 degli alchil esteri negli oli extravergini italiani o che evocano in qualche modo la provenienza italiana. L’art. 43 del Decreto sviluppo è un deterrente eccezionale, che sono certo creerà nella prossima, imminente campagna di raccolta olivicola le condizioni indispensabili per dare trasparenza al mercato del ‘vero’ olio extravergine d’oliva, avere un prezzo giusto, tutelare i consumatori.
Il 9 gennaio 2012, dal Palazzo della Regione con il Presidente Vendola e l’Assessore Stefano lanciammo la sfida della legalità, della trasparenza, della difesa degli agricoltori e dei cittadini consumatori contro quella che abbiamo definito l’economia dell’inganno e della contraffazione del made in Italy agroalimentare. La contraffazione solo nel settore dell’olio extravergine raggiunge il miliardo e mezzo di euro. Sembrava anche a noi una stima assurda e improbabile, ma la grande differenza tra i dati dell’olio extravergine prodotto in Italia che si aggira intorno ai 4 milioni di quintali, e quella commercializzata nel nostro paese per il mercato nazionale ed estero come olio extravergine italiano, che ammonta a oltre 9 milioni di quintali, dimostra concretamente che il 60% di olio extravergine d’oliva imbottigliato nel nostro Paese non è italiano“.

 

viv@voce

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