I SINDACI DI SAVA NEI PASSATI DECENNI. RINALDO ROSSETTI / 5

I SINDACI DI SAVA NEI PASSATI DECENNI. RINALDO ROSSETTI / 5

1983. Dopo le ballerine amministrazioni, torna la stabilità politica

Rinaldo Rossetti, nato a Sava nel 1950,  iscritto all’albo dei revisori dei conti presso il Ministero degli Interni a Roma. Commercialista affermato nel nostro paese é entrato nella vita politica savese nel 1973 nella lista del PSI guidato da Bruno D’Oria. Nel 1976 viene eletto per la prima volta nel Consiglio comunale: é nei banchi dell’opposizione alla giunta di Olindo Camassa (lista civica “Cavallino rampante”, Psdi e DC) e a quella di seguito di Bruno Ariano (Psdi e DC). Alle elezioni del 1983 viene rieletto in Consiglio comunale e diventa vicesindaco ed assessore alle finanze nella giunta tripartitica formata da Pri,Psi e Dc, amministrazione guidata dal sindaco del Pri  Ninì De cataldo. Negli accordi siglati da questa nuova coalizione vi era l’alternanza alla guida dell’amministrazione alla metà del mandato legislativo. Dopo De  cataldo, due anni e mezzo giusti giusti, Rinaldo Rossetti riveste la carica di primo cittadino in quota Psi. Il suo mandato, e la durata della coalizione, dura fino al 1988 alla scadenza naturale della legislatura. Alle successive elezioni, con Rinaldo Rossetti sindaco uscente, il Psi raggiunge il massimo risultato storico a Sava. Furono  ben sette i Consiglieri eletti dal Psi nella massima assise istituzionale e i loro nuovi nomi, oltre allo stesso Rossetti,  furono: Antonio Andrisani, Piero De Santis, Mario Friolo, Pasquale Rubino  oltre i riconfermati Bruno D’Oria ed Ettore Lomartire. La giunta che si fornò nel 1988 fu guidata da Antonio Fabbiano, del Pri, figlio di Francesco Fabbiamo, sindaco di Sava negli anni ‘50 e vide Rinaldo Rossetti vicesindaco. Alle elezioni dei primi anni ’90 non fu rieletto nel Consiglio comunale e in questa successiva tornata elettorale  il Psi savese subì il tracollo in parallelo con la fine dell’era craxiana. Rossetti, di seguito, fu  è eletto Consigliere comunale per il PSP  (Partito socialista pugliese, movimento che nacque in modo provvisorio in attesa di una completa identità politica). Dopo questa sua ultima apparizione ufficiale, esce completamente dalla scena politica savese.

Lo incontrai un pomeriggio gelido della prima settimana di febbraio del 2008. Fuori faceva un freddo micidiale e quando entrai nel suo studio professionale il piumino che indossavo diventò un opotional fuori luogo. Chiesi subito come prima domanda se la sua è stata una vocazione politica o meno. “La mia non è mai stata una vera e propria vocazione, non mi sono mai sentito, ne reputato, un politico ma bensì un tecnico modesto che ha dato il proprio contributo, derivante dalla propria esperienza lavorativa professionale”. Questo fu il suo esordio. Cominciai a rispolverare il clima degli anni ’80, quel clima che se fosse stato meno testo, e scontroso, forse avrebbe portato beneficio al paese.  Rinaldo Rossetti, spolverò il decennio appena passato con cognizione obiettiva ribaltando completamente la mia visione: “Il clima politico era disteso. tale atmosfera, secondo me trae origine dalla qualità della rappresentanza all’interno del Consiglio comunale”. Incassai questa risposta e la seguente domanda fu “ma è sempre stato così?” Con tono pacato, quasi riflessivo mi disse: ”A mio parere si, tranne qualche inevitabile scontro all’interno della stessa maggioranza”. Eccoci agli scontri allora! La domanda l’avevo sulla punta della lingua: “Per quale motivo avvenivano questi scontri?” Ecco la sua risposta: Questi scontri avvenivano nel momento in cui determinate scelte non erano pienamente condivise dall’intera maggioranza”.

Ecco il riferimento immediato ai nostri due “grandi vecchi”!  La domanda che posi fu questa: “Questi cosiddetti “matrimoni politici” tra i partiti dell’epoca erano duri da mantenere?”

Rossetti mi rispose così: “In linea di massima bisognava stare attenti a mantenere determinati equilibri politici, i quali erano dettati in modo marcato dai personalismi dei politici locali dell’epoca e dei condizionamenti delle clientele sui partiti di appartenenza”.

Tagliò corto così l’ex sindaco socialista. Visto che si stava in tema, chiesi se Sava ha avuto dei politici buoni. “Abbiamo avuto una classe politica, mi riferisco a quella degli anni ‘80, molto preparata politicamente e valida anche sotto l’aspetto tecnico”.  Spaziai sulla differenza che c’era tra le due ultime generazioni politiche savesi  e ottenni questa risposta: “Oggi mi accorgo che c’è poco interesse dei savesi nel seguire i lavori del Consiglio comunale, personalismi della vecchia generazione politica destavano parecchio intesse: Olindo Camassa nei suoi interventi, ma anche nei suoi comizi, radunava moltissimi cittadini. Ninì De cataldo sempre pronto a tiro e ad attaccare verbalmente ciò che il suo partito non vedeva giusto. Bruno D’Oria sveglio a rispondere e a difendersi dai diversi attacchi politici. Salvatore Buccoliero ottimo incassatore di attacchi. Lillino Ariano uomo politico del sì può fare”. Operato amministrativo:iIl sindaco Rinaldo Rossetti cosa ha fatto per Sava? “Durante la mia gesiione municipale vi fu il completamento della scuola media ‘T. Fiore”, l’approvazione e l’affidamento dei lavori per il palazzetto dello sport, la nuova elettrificazione urbana, la sistemazione e la creazione di nuove strade urbane. Nuovi tronchi dell’acquedolto ponili per i nuovi allacciamenti, la sistemazione delle strade extraurbane, la realizzazione della tribuna coperta al campo comunale”. Queste amministrazioni che vedevano il Pri e il Psi assieme, avevano per regia  i nostri due “grandi vecchi” che di nome facevano, e fanno anche tuttora, Ninì De cataldo e Bruno D’Oria. Com’era il rapporto tra il sindaco Rossetti ed il capogruppo del Psi Bruno D’Oria? “Il rapporto tra di noi era estremamente leale. A Bruno D’ Oria riconosco il ruolo importante per il nostro partito. Le scelte politiche che Bruno D’Olia suggeriva erano dettate dalla sua preparazione politica e dalla sua nota esperienza aministrativa”. Di botto gli dissi che “non si discute la ottima preparazione politica e amministrativa  di Bruno D’Orla, ma quando c’è stata la possibilità di mettere in atto tutte le sue capacità nel gestire la Usl Ta/7 ha dimostrato di non essere molto diverso da chi gestiva la struttura pubblica prima di lui. Anzi, a sentire Aldo Saracino del Pds Bruno D’Oria era da bloccare quando ha fatto il presidente dell’Usl Ta/7 per limitare i danni della sua gestione. Che dire dell’incidente che il suo capogruppo consiliare ha avuto?” Ecco la sua immediata risposta: “La stessa domanda mi fu fatta durante il cosiddetto incidente. Mi fidavo della giustizia italiana, la quale attraverso la sentenza definita lo ha del tutto assolto”. Oggi Rinaldo Rossetti, è fuori quasi del tutto dalla politica attiva.

Giovanni Caforio

 

viv@voce

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