ILVA. COMUNE DI TARANTO PRONTO A COSTITUIRSI “PARTE CIVILE”

ILVA. COMUNE DI TARANTO PRONTO A COSTITUIRSI “PARTE CIVILE”

Solidarietà ai lavoratori e ai malati di cancro, rispetto per l’autonomia della magistratura e per le decisioni «sofferte e inevitabili» che ha assunto, apprezzamento per la recente intesa di Roma anche se 336 rappresentano solo l’acconto di un risarcimento che la città si è guadagnato sul campo. L’Ilva deve co-finanziare le bonifiche e, aggiunte su emendamento, ecco due postille che potrebbero fare la differenza: il Comune si costituirà «parte civile» se dopo il sequestro e gli arresti si arriverà al processo. Quindi, stop a nuovi insediamenti industriali. Ma  non se ne parla (bocciato l’emendamento Bonelli-Capriulo-Laruccia) di stoppare i raddoppi Eni e Cementir. Passa a maggioranza, ampia e trasversale, con la sola eccezione del fronte ecologista-demolegalitario, come detto, l’ordine del giorno che formalmente non conta nulla ma politicamente (se ancora ha un senso) inchioda l’Amministrazione comunale a precise responsabilità da osservare scrupolosamente, dando conto alla massima assise cittadina. «Documento pilatesco» attacca Bonelli, «gira attorno alla questione e non affonda sui temi reali: i livelli, il nesso di causa tra produzione e malattie, le autorizzazioni alle quali il Comune non ha nemmeno eccepito prescrizioni». E qui Stefàno reagisce con vigore.

«Porti le carte in Consiglio, sarà smentito platealmente» dice il sindaco a Bonelli che a sua volta rilancia: «Pagina 60 e 90 dell’Aia, se le rilegga sindaco: non c’è traccia delle prescrizioni a cui allude». Finisce così il dibattito sulla vicenda Ilva, con lo scontro quasi annunciato tra Bonelli (che anche ieri, in sostanza, ha fatto squadra con Capriulo e Laruccia) e il primo cittadino. Tutto nella giornata in cui debutta Valerio Lessa (Udc, al posto del neo assessore Stellato), di fronte ai reduci pomeridiani dell’intensa seduta mattutina. Il dibattito era stato aperto da Azzaro (Pd) con Laruccia che ha dovuto faticare non poco per svolgere il proprio, causa la diffusa disattenzione unita al mormorio della platea. Gli ordini del giorno sull’Ilva sono tre. Il primo è della maggioranza, avallato da At6 e dal gruppo misto (Ungaro e Renna). Capriulo firma il secondo, Bonelli e Laruccia il terzo.

Secondo il segretario nazionale dei Verdi, «l’intervento del Governo è sproporzionato rispetto alla reale condizione tarantina. I rilievi della Procura parlano chiaro – ricorda –  questo Consiglio, adesso, fermi le nuove autorizzazioni concesse a Cementir e Tempa Rossa». Per la maggioranza intervengono Lonoce e Spalluto. Poi è il turno di Capriulo che stigmatizza la fretta che, secondo lui, ha  segnato la firma dell’atto d’intesa a Roma. Non sarà facile riassumere i tre documenti per abbozzare compattezza. Da par suo, Stefàno pensa all’acciaio e parla di «errori che vengono da lontano. Adesso serve unità in questa fase così delicata. Chi inquina deve pagare, ribadisce anche Stefano». Bonelli, Laruccia e Capriulo chiedono, senza ottenerlo, l’inserimento nel testo dello stop a Cementir e Tempa Rossa.  D’Eri, intanto, propone che il Comune si costituisca parte civile nell’eventuale processo Ilva. Laruccia, Bonelli e Capriulo approvano e potenziano  un testo che, ad ogni modo, non faranno proprio sino in fondo. «Documento pilatesco» sostiene Bonelli.

«Stiamo perdendo una grande occasione – accusa invece  Capriulo – per  dare un segnale di svolta. Apprezzabile lo sforzo di D’Eri ma questo documento dice tutto e il contrario di tutto» ribadiscono in sostanza i tre oppositori. Segue lo scontro tra Bonelli e Stefàno. Poi si vota e il testo della maggioranza, emendato,  trova la condivisione in aula di Renna, Ungaro e dei citiani.

Angelo Di Leo

FONTE  www. corrieredelgiorno.com

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