TARANTO MUORE DI FAME O DI TUMORE

TARANTO MUORE DI FAME O DI TUMORE

Sig. Direttore,

Vorrei dare un mio contributo alla discussione sul blocco degli impianti dell’ILVA di Taranto. Non che la mia opinione conti tanto, ma almeno per il fatto che per questa, come per altre problematiche, ho dato il mio apporto inascoltato per la soluzione dei problemi. Questo in virtù della mia esperienza e preparazione.

Una domanda sorge spontanea. Perché l’ordinanza di sequestro degli impianti dell’ILVA solo ora dopo 40 anni di inquinamento e perché si agisce contro i lavoratori?

Gli ambientalisti vogliono desertificare l’economia; i politici ci hanno portato alla fame; i magistrati prima insabbiano e poi mannaiano.

Ma c’è la legge: chi inquina, paga. La legge non dice: chi inquina, chiudilo. Perché devono pagare solo e sempre i lavoratori e non i poteri forti? Diritto al lavoro e diritto alla salute perché non possono coesistere?

L’ILVA, come altre grandi imprese, privatizza il profitto e collettivizza le perdite. Sarà così anche stavolta. Cassa integrazione per gli operai e bonifica dell’ambiente inquinato tutto a spese dello Stato. Se chiude l’ILVA il danno non è per la famiglia Riva. Loro hanno grandi principi del Foro che li difendono, compreso l’ex presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto.

In altri tempi proposi una class action per danno, anche esistenziale, contro l’ILVA, affinchè si intaccasse l’interesse privato dell’azienda. In questo modo essa per forza di cose era costretta a limitare l’emissioni nocive contro le persone e l’ambiente, per non moltiplicare le azioni di tutela della salute. Azioni che limiterebbero il profitto dell’azienda.

Nessuno ha seguito il mio consiglio. Non vorrei che l’astio contro l’ILVA mosso da vari personaggi tarantini e il disinteresse dei cittadini tarantini nei confronti delle sorti dei suoi operai fosse insito nel fatto che proprio quegli operai sono cittadini della provincia e sappiamo quanto i cittadini tarantini abbiano la puzza sotto il naso nei confronti dei provinciali. Naturalmente allo stato dei fatti, senso di superiorità mal riposta.

Antonio Giangrande

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia

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