Segnalazioni situazioni di degrado ambientale, igienico sanitario, urbanistico e pericolo per la pubblica e privata incolumità

Lettera inviata al Signor Sindaco del Comune di Sava, all’ Assessore all’Ecologia del Comune di Sava, all’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Sava

Pur dando merito a codesta amministrazione da poco insediata del lavoro sin qui svolto, mi corre l’obbligo di segnalare alcune situazioni pregresse ed altre venutesi a creare recentemente, che possono generare grave e imminente pericolo alla salute e incolumità pubblica. L’esponente, a seguito di molteplici segnalazioni aventi per oggetto preoccupanti situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica, riconducibili alle precarie condizioni di staticità strutturale rinvenienti dallo stato di abbandono in cui versavano alcun i fatiscenti immobili sparsi sul territorio urbano, nonché dalla presenza di manufatti interrati (cantine cimiteriali) privi di chiusini e/o sistemi di protezione che potessero impedire la caduta di persone al loro interno, ai fini della tutela dell’ incolumità dei cittadini, con proprie note del 13 settembre e 16 ottobre 2011, indirizzate al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Taranto, chiedeva che venisse effettuato un sopralluogo al fine di accertare le reali condizioni delle strutture sopra indicate. In data 14 settembre e 19 ottobre 2011, i Vigili del Fuoco giunti a Sava , effettuavano le verifiche da me richieste, e in data 15 settembre e 19 ottobre trasmettevano all’allora Sindaco di Sava Aldo MAGGI e ad altri Uffici comunali (oltre al Prefetto di Taranto) i Verbali aventi i numeri di protocollo 14372 e 16092 (a firma dei funzionari Geradi e Nitti) con le risultanze dei sopralluoghi effettuati e i provvedimenti che il Comune avrebbe dovuto adottare in ossequio all’art. 54 del DLgs. 18 agosto 2000 n. 267, “per scongiurare l’imminente minaccia” (si legge testualmente nel Verbale del 19 ottobre 2011 protocollo n. 16092 riferito alle Cantine Cimiteriali). Gli esiti sulla staticità dei vetusti fabbricati peraltro già segnalati dallo scrivente con nota del 10 giugno 2011 (prot. n. 43/Carr/11) all’ex Sindaco Maggi, al Dirigente dell’U.T.C., al Comando di Polizia municipale e al Comando Stazione Carabinieri di Sava, venivano evidenziati con il Verbale n. 14372 e più specificatamente: Via San Francesco n. 66 ex “Cinema Moderno”- dove la squadra dei Vigili del Fuoco alla presenza dei Vigili Urbani di Sava eliminava dopo circa due ore di lavoro, le parti malferme della trave perimetrale; Via Bellinzona n. 2 angolo Via Croce “pur presentando lesioni verticali in prossimità degli angoli del fabbricato, sul piano di campagna non sussistono cedimenti di fondazioni, mentre una loggia con parti pericolanti è oggetto di una rete provvisoria di protezione(caduta di calcinacci?);Via De Amicis n. 36 angolo Via Macallé n. 24-26: “con un corpo di fabbricato separato, la struttura presenta gravi lesioni derivati dalla palese spinta di un apparato radicale di alcune piante di fico cresciute spontaneamente all’interno dello stabile”. Il Verbale in questione conclude: “OCCORRE CREARE UN’ OPPORTUNA SEGNALETICA CHE INDIVIDUI IL PERICOLO INIBENDO LA SOSTA SIA PEDONALE CHE VEICOLARE FINO ALLE OPPORTUNE OPERE DI CONSOLIDAMENTO”. Sono trascorsi circa 9 mesi e, nonostante la mia segnalazione del 10 giugno 2011, nonostante l’intervento dei Vigili del Fuoco, non mi risulta ancora siano stati adottati i provvedimenti contingibili e urgenti necessari per prevenire ed eliminare la situazione i gravi pericoli per i cittadini! Ma andiamo avanti.

Con propria nota del 21 settembre 2010 prot.llo n. 56, indirizzata all’ex Sindaco Maggi, al Responsabile dell’ UTC arch. De Marco e al Comando di Polizia municipale del Comune di Sava segnalavo la presenza di una copertura in amianto del tetto di una gentilizia privata posta all’interno dell’area cimiteriale e visto il persistere della situazione, con altra mia nota (prot. 43 del 10 giugno 2011) sempre indirizzata all’ex Sindaco Maggi e all’arch. De Marco ne solllecitavo l’interessamento mentre sempre con la stessa nota chiedevo all’ASL/TA/1 Ufficio Igiene e Sanità Pubblica una verifica da effettuarsi in loco tramite personale tecnico dell’ Ufficio Igiene e Sanità Pubblica. A sopralluogo avvenuto, l’ ASL trasmettava all’allora Sindaco Maggi, la nota n. 2577 datata 30 giugno 2011 (firmata dal dott. Giuseppe PRETE) nella quale tra l’altro veniva sottolineato quanto segue: “la predetta copertura deve essere rimossa perché presenta elementi lesionati”, e ancora “la rimozione e la bonifica deve fatta da ditta specializzata”.

Ma purtroppo, nemmeno questo è stato sufficiente e a distanza di due anni dalla mia segnalazione l’AMIANTO E’ ANCORA LI’! Mi chiedo se è mai possibile che si debba essere sempre costretti a ricorrere alla Magistratura!

Ma non finisce qui perché sempre con mia nota del 3 ottobre 2011 prot.llo 70, (Esposto/Denuncia) indirizzato tra gli altri al Sindaco ed altri uffici comunali,portavo a conoscenza della presenza di un’ingente quantitativo di lastre e tubi di amianto,pneumatici, inerti da costruzione, masserizie ecc. accumulati in prossimità dell’attuale “Vetreria Sud Srl-(i cui terreni sembrano appartenere ai Sigg. De Roma e degli eredi Camassa).

A tal proposito, a seguito di mia richiesta di accesso agli atti,con nota del 20/01/2012, il Responsabile dell’Uffico Ecologia-Ambiente P.A. Govanni Desantis, mi comunicava che l’Avvocato degli eredi Camassa aveva invitato e diffidato l’Amministrazione Comunale di procedere alla bonifica del sito e di effettuare un servizio di controllo e vigilanza del territorio teso a prevenire e limitare il compimento di tali illeciti. E’ mai possibile una cosa del genere? Come avrà reagito(se ha reagito) l’amministrazione comunale ad una nota di questo genere? Resta il fatto che la situazione di degrado nell’intera area adiacente alla “Vetreria Sud Srl” E’ GRAVEMENTE PEGGIORATA e come si può notare dai rilievi fotografici, ancora oggi i materiali speciali e speciali pericolosi sono in gran parte ricoperti da erbacce secche che se malauguratamente dovessero prendere fuoco arrecherebbero seri danni alla salute e incolumità pubblica (considerato la vicinanza della vetreria).

Tantissimi cittadini negli anni scorsi avevano lamentato la presenza di un “Gazebo” su di un tratto di marciapiede di Via San Cosimo prospiciente l’esercizio commerciale “Tutto Casa,” che costringeva i pedoni ad invadere la carreggiata. In data 2 dicembre 2011 gli agenti della Guardia di Finanza di Manduria operavano il sequestro del manufatto in quanto realizzato in difformità all’autorizzazione edilizia nonché alle prescrizioni normative sancite dal DPR 380/2001. C’è un motivo valido che giustifica ancora ad oggi la presenza sul marciapiede di quel “Gazebo” ?

Ottobre 2011, i Vigili del Fuoco intervengono all’interno dell’area cimiteriale per verificare le condizioni statiche e di degrado ambientale ed igienico sanitario del plesso “Combattenti e Reduci di Guerra.” Alla conclusione del sopralluogo, appurato l’ effettivo pericolo per la salute e l’incolumità pubblica, i Vigili del Fuoco dispongono che il plesso debba essere immediatamente messo in sicurezza interdendo l’accesso con apposite transenne. E’ trascorso circa un’ anno, la situazione igienico sanitaria all’interno del plesso è ulteriormente peggiorata e i parenti dei 288 defunti ivi tumulati sono impossibilitati a far visita ai propri cari.

Quello di cui ho scritto in questa mia si riferisce al pregresso ma c’è anche qualcosa che riguarda anche questa amministrazione.

Via Vittorio Emanuele angolo Via San Francesco: un cassonetto “raccolta indumenti usati” ostacola il passaggio dei pedoni costretti ad invadere pericolosamente la carreggiata in quel tratto ad intenso traffico veicolare. E’ bene ricordare che l’art. 20 comma 3 del Codice della Strada così recita: “Nei centri abitati l’occupazione dei marciapiedi da parte di chioschi, edicole od altre installazioni può essere consentita fino ad un massimo della metà della loro larghezza, purché in aderenza ai fabbricati e sempre che rimanga libera una zona per la circolazione dei pedoni larga non meno di 2 metri”. Appare evidente che quel cassonetto è stato posizionato in violazione al CdS e quindi và rimosso !

L’ultima annotazione è riferita al recupero e al riposizionamento di quelle storiche fontane risalenti al periodo del fascismo, che attualmente si trovano abbandonate come ferro vecchio in alcuni magazzini e in aree di pertinenza comunale. In attesa dell’evolversi (in meglio) delle situazioni sopra elencati, porgo i miei più distinti saluti.

Sava li, 22 giugno 2012

Mimmo Carrieri, Pres prov. C.P.A. settore Ambiente e Ecologia di Taranto, giornalista di Viv@voce

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